il racconto del kent - benvenuto

il relitto del kent

Storia Relitto del Kent San Vito Lo Capo""Il Kent" Scendere sul relitto del costituisce un’esperienza unica. Il contesto ambientale è particolarmente attraente: si esce dal porto di San Vito in direzione Scopello e, superato il capo, si entra nella baia dove, a destra, c’è la vecchia tonnara. L’intera baia è piena di posti dove è possibile fare belle immersioni. Una delle mie prime immersioni da Open Water, anni fa, è stata sulla parete del Firriato, nella baia dove è affondato il Kent: ricordo che, prima di immergerci con le guide locali, abbiamo accompagnato i sub dotati del brevetto più avanzato sul punto del relitto. Li guardavo scendere con quel pizzico di invidia che ormai provo solo per coloro che hanno la possibilità di vivere il mare in piena libertà, senza limiti di tempo e possibilità. Non esiste al mondo ricchezza  più grande. Finalmente, dopo un pò di tempo, è arrivata anche per me la grande occasione. Una sola immersione non basta per godere della vista del Kent. La mia prima volta è stata particolarmente fortunata: condizioni meteo marine favorevolissime. L’umore della compagnia alle stelle: del resto,  vengono subacquei da ogni parte del mondo per immergersi sul Kent. Si scende sulla cima, ordinatamente e già attorno ai venti metri appare la sagoma della nave che è adagiata sul fondo in assetto di navigazione.   Attorno ai 40 metri avverto la spinta negativa che bilancio immediatamente. Ci stacchiamo dalla cima e sorvoliamo la parte della nave piena di sacchi di polietilene: l’emozione è accompagnata da una sensazione di completo benessere che difficilmente dimenticherò. Alla luce delle torce, appare un mondo di incredibili colori: gli eleganti antias, le castagnole rosse,  ci accolgono in banchi numerosi mentre scorfani giganteschi sembrano attendere pazientemente le strane creature venute dalla superficie. Ogni angolo della nave, comprese le parti meno estese come argani e verricelli, è colonizzato da numerose specie di invertebrati: gorgonie, spirografi, spugne costituiscono il substrato dove pesci e crostacei hanno trovato il loro habitat. Gronghi e murene, uova di calamaro, aragoste: è possibile imbattersi in tutto ciò che si vorrebbe vedere in un’immersione e anche di più. Il tempo sul Kent è tiranno: Peppe ci richiama all’ordine e iniziamo ordinatamente la risalita.  Appesi alla cima, guardiamo giù: la nave, nel blu fitto, appare pronta a iniziare la navigazione. Continua a emanare il suo fascino anche quando è ormai una sagoma indistinta. Osservo le espressioni dei miei compagni: mi piacerebbe conoscere le sensazioni di chi, come me, per pochi minuti ha trovato una dimensione particolare dell’esistenza in un relitto adagiato sul fondo del mare, un mucchio imponente di ferro e di altri metalli arrugginiti, piccola oasi per la vita che trova modo di vincere su tutto...

racconto di Antonella Santarelli

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Ultimo aggiornamento: 28-01-11